Intorno al Museo // Il roccolo

Edifici rurali della valle di Muggio

I roccoli
antica struttura per l'uccellagione

Nel paesaggio prealpino a Sud delle Alpi, in collina e in zona di media montagna, sorprendono quelle tipiche opere miste di vegetazione e di elementi costruiti detti roccoli. Una vecchia leggenda narra che l’origine del roccolo sarebbe da collegare ai catastrofici effetti di una grande epidemia di peste che avrebbe funestato la Lombardia nel Sedicesimo secolo. La carestia che ne derivò colpì la regione bergamasca e all’abate di un monastero locale venne l’idea di catturare i grandi stormi di uccelli che migravano verso Sud. Fu così che i monaci costruirono il primo roccolo.

Il roccolo è una tecnica di cattura degli uccelli con le reti. Il suo funzionamento richiedeva conoscenze approfondite sugli uccelli, sul loro comportamento, sul loro canto e sui periodi di migrazione. I roccoli sono costruiti in altura, su dossi e in terreni aperti ben visibili da lontano in corrispondenza delle direttrici migratorie. Sono composti da un casello a forma di torre e attorniati da una doppia fila di alberi (spesso carpini e faggi) che racchiude un’area circolare del diametro di 20-30 m. Un tempo essi venivano potati a dovere per mascherarli. Alla doppia fila di alberi vengono appese le reti. Esse hanno altezza variabile e sono provviste di anelli che ne consentono lo scorrimento e ne permettono la corretta posa.

Alla mattina presto l’uccellatore dispone le gabbiette con gli uccelli da richiamo sulle piante del perimetro alberato. Gli uccelli da richiamo, pur essendo fine estate o autunno, cantano a squarciagola quasi fosse primavera. Questo canto fuori stagione attira i migratori nell’area del roccolo. Il roccolatore osserva poi attentamente dagli spioncini del casello. Quando valuta sufficiente il numero di uccelli presenti al centro del roccolo, emette un fischio lungo e stridulo come quello di un rapace e lancia lo spauracchio. Gli uccelli impauriti prendono il volo e finiscono nelle reti.

Della sessantina di roccoli attivi in Ticino alla fine dell’Ottocento solo pochi rimangono ancora in relativo buono stato. La Legge federale sulla caccia e la protezione degli uccelli del 1875 ne ha sancito il declino. I roccoli presenti nel territorio sono però oggi elementi di spicco del patrimonio paesaggistico e testimoniano la conoscenza approfondita che il mondo tradizionale aveva degli uccelli e l’astuzia messa in atto per proteggere le coltivazioni ed integrare la dieta.

 

Il roccolo di Scudellate

Il Museo organizza delle animazioni al roccolo di Scudellate avvalendosi di conoscitori e specialisti. Viene spiegato il funzionamento del roccolo, un metodo astuto e ingegnoso per attirare gli uccelli e catturarli con le reti.

Il roccolo di Scudellate è stato restaurato dal Museo etnografico della Valle di Muggio e può essere visitato. È raggiungibile facilmente a piedi da Scudellate in circa 15 minuti.

 

Roccolo di Scudellate