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Carta escursionistica
Valle di Muggio, Val Sovaglia, Val Mara

Itinerario 

Castel S. Pietro - Obino - Corteglia - Vigino - Gorla - Castel S. Pietro

Castello : arte e terra

Un itinerario circolare tra Castel S. Pietro e le sue frazioni circostanti, insediamenti ricchi di storia, affascinanti scorci e anche tracce della civiltà rurale, simboleggiate dalla monumentale masseria di Vigino. Si tratta di un circuito pieno di rimandi agli architetti e artisti che emigravano per fare fortuna e riportavano in patria saperi e novità stilistiche, imprimendo al territorio la loro inconfondibile impronta.

Castello : Kunst und Boden

Ein Rundweg durch Castel S. Pietro und die umliegenden Weiler: Geschichtsträchtige Orte, faszinierende Einblicke und auch Spuren ländlicher Zivilisation, gut verkörpert durch das monumentale Bauernhaus Vigino. Dieser Rundgang ist voller Hinweise auf die Architekten und Künstler, die auswanderten, um ihr Glück zu machen, und die ihr Wissen und stilistische Neuerungen aus der Ferne mitbrachten und dem Gebiet seine unverwechselbaren Stempel aufdrückten.
Itinerario sviluppato in collaborazione con •
Route in Zusammenarbeit entwickelt mit
Associazione Arte e Terra Castello

Veduta di Castel S. Pietro

Obino

Corteglia

Masseria di Vigino

Chiesa Rossa, Castel S. Pietro

Sintesi • Summe

1h 30 min
5.8 km

209 m
209 m

504 m s.l.m.
356 m s.l.m.

Tipologia • Typologie

Mulattiera sterrata, strada asfaltata • Schotterstrasse, Strasse

Difficoltà • Schwierigkeit

Condizione fisica • Physischer Zustand

Punto di partenza e di arrivo •
Abfahrts- und Ankunftsort

  • Castel S. Pietro
    • Trasporti pubblici • Öffentlicher Verkehr
      da Chiasso (via Morbio Superiore) o Mendrisio / von Chiasso (über Morbio Superiore) oder Mendrisio
    • Mezzi di trasporto privati • Private Verkehrsmittel
      posteggi limitati / begrenzte Parkplätze

Possibilità di ristoro •
Verpflegungsmöglichkeiten

  • Castel S. Pietro, Corteglia, Gorla
    informarsi preventivamente sugli orari di apertura / erkundigen Sie sich im Voraus über die Öffnungszeiten

Avvertenza •
Bitte beachten Sie

  • Prima di programmare la visita agli edifici sacri è necessario informarsi sull’accessibilità e gli orari delle funzioni religiose / Bevor Sie einen Besuch in den Kirchen planen, sollten Sie sich über die Zugänglichkeit und die Zeiten der Gottesdienste erkundigen.

Dettaglio • Detail

Altitudine • Höhe Durata percorso • Laufzeit
Castel S. Pietro 449 m
Obino 500 m 10 min
Corteglia 426 m 40 min
Vigino 400 m 10 min
Gorla 354 m 10 min.
Castel S. Pietro 449 m 20 min.
1h 30 min
  Elementi di interesse • Sehenswürdigkeiten
Castel S. Pietro Villaggio, Chiesa parrocchiale di S. Eusebio, Chiesa Rossa, Villa Loverciano (Turconi-Greppi), paesaggio terrazzato e vignato, fontana
Obino Villaggio, Chiesa di S. Antonino, fontana e lavatoio, roccolo, bressanella
Corteglia Villaggio, oratorio dell'Addolorata e di San Nicola da Tolentino, lavatoio
Vigino Masseria medievale, paesaggio
Gorla Insediamento, oratorio della Madonna di Caravaggio

Altimetria • Höhenmessung

Dati georeferenziati • Georeferenzierte Daten

I file in formato KML (Keyhole Markup Language) e GPX permettono la memorizzazione e l'elaborazione di dati GPS (geodati). Possono essere importati e usati in diversi applicativi e dispositivi tra cui l'app Swisstopo per le carte nazionali svizzere, Google Earth, Garmin, Suunto, e molti altri sistemi di visualizzazione di mappe.
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Istruzioni per l'uso con l'app Swisstopo • Gebrauchsanweisung für die Swisstopo-App

Informazioni pratiche • Praktische Informationen

Equipaggiamento necessario •
Erforderliche Ausrüstung

  • Scarpe da escursionismo o scarponi; protezione contro il sole e la pioggia; eventualmente bastoncini da trekking.
  • Wanderschuhe; Sonnen- und Regenschutz; eventuell Wanderstöcke.

Importante • Wichtig

  • Il suolo carsico della regione rende scarsa la presenza di fonti d’acqua potabile: una buona riserva d’acqua è dunque indispensabile!
  • Die Karstböden der Region führen zu einer knappen Wasserverfügbarkeit. Es ist daher wichtig, genügend Trinkwasser dabeizuhaben!

Ristoro e alloggio •
Verpflegung und Unterkunft

  • Gli orari di apertura sono talvolta limitati. Consigliamo di informarsi prima di intraprendere l’escursione.
  • Die Öffnungszeiten sind manchmal eingeschränkt. Wir empfehlen Ihnen, sich vor Antritt der Wanderung zu erkundigen.

Una lista aggiornata di strutture ricettive è disponibile qui:
Eine aktuelle Liste der Unterkunftsmöglichkeiten finden Sie hier:
www.mevm.ch/carta_escursionistica/strutture_ricettive/

Approfondimenti • Vertiefungen

Chiesa parrocchiale di S. Eusebio, Castel S. Pietro

L’edificio attuale è il risultato di varie trasformazioni - complete o parziali - avvenute nel corso di oltre sette secoli in una sovrapposizione e stratificazione a noi purtroppo finora in gran parte sconosciuta data l’assenza di indagini archeologiche. Ad una prima costruzione menzionata nel 1270 ne seguì un’altra tra il 1582 e il 1599 con una riedificazione totale di una chiesa a pianta basilicale i cui lavori di arredo e di decorazione durarono fino al secondo decennio del XVII secolo. Dopo pochi anni, nel 1677, la comunità di Castel San Pietro decise di rinnovare l’edificio chiedendo un progetto all’architetto e stuccatore Agostino Silva di Morbio Inferiore. I lavori durarono parecchio tempo e inglobarono verosimilmente parte della costruzione precedente. Alle due attuali cappelle della Madonna e del Crocefisso, innalzate e decorate negli ultimi due decenni del Seicento, seguiranno quella delle Anime Purganti (terminata intorno al 1748) e quella di Sant’Antonio (decorata negli anni Cinquanta del XVIII secolo). Solamente dopo il 1756 fu rinnovato il vecchio coro, su disegno dell’architetto e stuccatore locale Francesco Pozzi, con il completamento dell’arredo marmoreo, a stucco e pittorico, e con l’innalzamento della nuova facciata pure disegnata dallo stesso.
La cappella del Crocefisso si contraddistingue per la presenza di un notevole insieme plastico in stucco che occupa buona parte della parete di fondo e della relativa nicchia proponendo delle figure umane a grandezza naturale che si raggruppano attorno alla statua lignea del Cristo crocefisso, quest’ultima portata da Como nel 1689 e divenuta oggetto di particolare devozione popolare. Le figure del gruppo in stucco, come poste sul palcoscenico di un teatro, sembrano recitare il loro copione esprimendo tutto il pathos che richiama le rappresentazioni plastiche inserite nelle cappelle dei Sacri Monti lombardi e piemontesi. Autore di tale insieme è Giovanni Battista Barberini (1625 ca. - 1691/92), originario di Laino, in Valle d’Intelvi, il cui percorso artistico e professionale, caratterizzato da un numeroso corpus di opere, si estende in varie regioni italiane e nordalpine: dalla Lombardia all’Emilia, da Genova al Veneto, dal canton Ticino all’Austria.
Oltre la cappella menzionata è nel coro che troviamo dei veri e propri tesori artistici del periodo rococò; uno spazio in cui architettura, stucchi e pittura si uniscono in un insieme di grande equilibrio e armonia. Nella bella volumetria del coro in emiciclo, sulla volta e sulle pareti si possono ammirare degli affreschi e delle tele realizzati dal pittore di origine intelvese Carlo Innocenzo Carloni (1686/87-1775), uno dei maggiori protagonisti del Rococò internazionale. Il ciclo presente nella chiesa castellana costituisce l’opera più importante lasciata dal Carloni nel Canton Ticino. L’iconografia delle pitture riguarda episodi della vita del santo patrono dell’edificio, ossia sant’Eusebio, come pure l’Ascensione di Gesù e gli Angeli in adorazione del SS. Sacramento. Gli affreschi e le tele sono incorniciati e completati con leggiadri e ariosi stucchi realizzati tra il 1756 ed il 1759 dallo stuccatore locale Francesco Pozzi (1704-1789).

Ivano Proserpi (storico dell’arte, MEVM)


Pfarrkirche von S. Eusebio, Castel S. Pietro

Das heutige Gebäude ist das Ergebnis verschiedener - vollständiger oder teilweiser - Umgestaltungen, die sich im Laufe von mehr als sieben Jahrhunderten in Überlappungern und Schichtungen vollzogen haben. Sie sind uns aufgrund fehlender archäologischer Untersuchungen bisher leider weitgehend unbekannt. Einem ersten Bau, der 1270 erwähnt wurde, folgte ein weiterer zwischen 1582 und 1599 mit dem vollständigen Umbau einer basilikaförmigen Kirche, deren Ausstattung und Dekoration bis ins zweite Jahrzehnt des 16. Jahrhunderts andauerte. Nach einigen Jahren, im Jahr 1677, beschloss die Gemeinde von Castel San Pietro, das Gebäude zu renovieren und beauftragte den Architekten und Stuckateur Agostino Silva aus Morbio Inferiore mit einem Projekt. Die Arbeiten nahmen viel Zeit in Anspruch und integrierten wahrscheinlich einen Teil der früheren Konstruktion. Auf die beiden heutigen Kapellen der Madonna und des Kruzifixes, die in den letzten beiden Jahrzehnten des 17. Jahrhunderts errichtet und dekoriert wurden, folgten die Kapelle der Anima Purganti (um 1748 fertiggestellt) und die des Heiligen Antonius (in den 1850er Jahren dekoriert). Erst nach 1756 wurde der alte Chor nach einem Entwurf des einheimischen Architekten und Stuckateurs Francesco Pozzi renoviert, wobei die Marmor-, Stuck- und Bilddekoration vervollständigt und die neue Fassade errichtet wurde, die ebenfalls von Pozzi entworfen wurde.
Die Kapelle des Kruzifixes zeichnet sich durch ein bemerkenswertes Stuckensemble aus, das einen grossen Teil der Rückwand und ihrer Nische einnimmt. Es zeigt lebensgrosse menschliche Figuren, die sich um die hölzerne Statue des gekreuzigten Christus gruppieren, die 1689 aus Como gebracht wurde und zu einem Objekt besonderer Volksfrömmigkeit wurde. Die Figuren der Stuckgruppe, die wie auf einer Theaterbühne stehen, scheinen ihren Text zu rezitieren und all den Pathos auszudrücken, das an die plastischen Darstellungen in den Kapellen der Heiligen Berge der Lombardei und des Piemont erinnert. Der Autor dieses Ensembles ist Giovanni Battista Barberini (ca. 1625 - 1691/92) aus Laino im Intelvi-Tal, dessen umfangreiche künstlerische und berufliche Laufbahn verschiedene Regionen Italiens und nördlich der Alpen umspannt: von der Lombardei bis zur Emilia, von Genua bis zum Veneto, vom Tessin bis nach Österreich.
Neben der bereits erwähnten Kapelle finden sich im Chor wahre Kunstschätze des Rokokos, ein Raum, in dem sich Architektur, Stuck und Malerei zu einem harmonischen Ganzen verbinden. In dem schönen Chorraum im Halbrund, im Gewölbe und an den Wänden sind Fresken und Gemälde des aus Intelvi stammenden Malers Carlo Innocenzo Carloni (1686/87-1775), einem der wichtigsten Protagonisten des internationalen Rokokos, zu bewundern. Dieser Zyklus ist das wichtigste Werk, das Carloni dem Kanton Tessin hinterlassen hat. Die Ikonographie der Gemälde zeigt Episoden aus dem Leben des Schutzpatrons des Gebäudes, den heiligen Eusebius, sowie die Himmelfahrt Jesu und Engel bei der Anbetung des Allerheiligsten Sakraments. Die Fresken und Gemälde werden eingerahmt und ergänzt durch anmutige und luftige Stuckarbeiten. Sie wurden zwischen 1756 und 1759 von dem lokalen Stuckateur Francesco Pozzi (1704-1789) geschaffen.

Ivano Proserpi (Kunsthistoriker, MEVM)

La Masseria di Vigino

La Masseria di Vigino si staglia in solitudine tra gli ultimi scampoli di terreni agricoli, proprio ai margini del dosso morenico tra Coldrerio e Castel San Pietro, testimone fiero di un Mendrisiotto rurale sempre più difficile da leggere sul territorio. [...] Le prime informazioni scritte che documentano l’esistenza del podere risalgono al XV sec. e sono contenute in una pergamena che conserva traccia di un passaggio di proprietà avvenuto nel 1426 “in territorio de Castro Sancti Petri, ubi dicitur ad Veginum”. Il descrittivo che accompagna la cessione fondiaria dalla famiglia Della Porta a quella degli Albrici di Como ben illustra il valore economico delle terre collegate alla proprietà: terreni arativi e boschivi, grandi prati da fienagione e vigneti, garantiscono infatti ottimi introiti economici. [...] Nel Seicento la masseria passa alla famiglia Della Croce di Riva San Vitale. Dal 1731 invece, suddivisa in due parti, entra a far parte del patrimonio dei conti Turconi e di quello della famiglia Maggi. L’acquisto da parte dei Turconi, in particolare, va per così dire a completare la serie dei possedimenti in territorio di Castel San Pietro, che a quest’epoca raggiunge la considerevole cifra di oltre 60 ettari. E proprio nel cuore di uno dei più grandi e variegati latifondi del Mendrisiotto la famiglia elegge la sua dimora nella villa di Loverciano, di stile lombardo, situata in posizione dominante proprio sopra la masseria di Vigino. Nel 1805, alla morte dell’ultimo erede del casato, Alfonso Maria Turconi, per volontà testamentaria tutti i beni vengono destinati all’aiuto dei meno fortunati: i possedimenti svizzeri saranno in particolare vincolati alla costruzione di un ospedale, quello della Beata Vergine a Mendrisio, inaugurato nel 1860. La masseria continua a vivere, pur spegnendosi lentamente, fino all’uscita dell’ultimo affittuario nel 1983. Inserita nell’elenco cantonale dei beni tutelati dal 1995 e ceduta al Cantone Ticino l’anno seguente, essa attende ancora oggi di sapere quale sarà il suo destino. Vigino, come altre masserie sparse sul territorio regionale— prima e più celebre fra tutte la Pobbia di Novazzano, anch’essa di proprietà dei Turconi e oggi trasferita al Museo svizzero all’aperto del Ballenberg— fa parte delle cosiddette masserie a corte chiusa. Si tratta di una tipologia insediativa che si riscontra nel Sottoceneri e in particolare nel Mendrisiotto, così come in tutta la Pianura padana e che trae le sue origini già in epoca medievale. La corte è il vero e proprio centro dell’attività agricola poiché raggruppa attorno a sé sia gli edifici abitativi, dove vive una o più famiglie di massari, che quelli legati all’attività produttiva, come ad esempio stalle, fienili, depositi, essiccatoi e torchi. Alla masseria a corte erano poi collegate estese e variate superfici agricole, coltivate a prativo, arativo, boschivo o vignate, fonte di rendita economica per i proprietari e di sostentamento per i mezzadri.
I. Verga, "La masseria a corte di Vigino. Castel San Pietro", in Finestre sull'arte tra Valle di Muggio e Val Mara, MEVM, 2022, pp. 87-92


Die “Masseria di Vigino”

Die “Masseria di Vigino” erhebt sich einsam am Rande des Ackerlandes, direkt am Moränenkamm zwischen Coldrerio und Castel San Pietro: Ein stolzer Zeuge eines ländlichen Mendrisiotto, das in der Gegend immer seltener anzutreffen ist. [...] Die früheste schriftliche Information zur Existenz des Bauernhofes stammt aus dem 15. Jahrhundert und ist in einem Pergament enthalten, das Spuren einer Eigentumsübertragung aus dem Jahr 1426 "in territorio de Castro Sancti Petri, ubi dicitur ad Veginum" enthält. Die Beschreibung der Grundstücksübertragung von der Familie Della Porta auf die Familie Albrici aus Como veranschaulicht den wirtschaftlichen Wert des Grundstücks: Acker- und Waldflächen, grosse Heuwiesen und Weinberge garantierten hervorragende wirtschaftliche Erträge. [...] Im 17. Jahrhundert ging die Masseria an die Familie Della Croce aus Riva San Vitale über. Ab 1731 wurde es jedoch in zwei Teile geteilt und wurde Teil der Besitztümer der Grafen Turconi und der Familie Maggi. Vor allem der Kauf durch die Familie Turconi vervollständigte die Reihe der Besitztümer im Gebiet von Castel San Pietro, das zu diesem Zeitpunkt die beachtliche Zahl von über 60 Hektar erreichte. Und genau im Herzen eines der grössten und vielseitigsten Landgüter des Mendrisiotto hat sich die Familie für die lombardische Villa von Loverciano entschieden. Sie befindet sich in dominanter Lage oberhalb des Bauernhofes von Vigino. Im Jahr 1805, beim Tod des letzten Erben der Familie, Alfonso Maria Turconi, wurde das gesamte Vermögen testamentarisch zur Unterstützung von weniger Begüterten bestimmt: die Schweizer Vermögen waren insbesondere für den Bau des 1860 eingeweihten Spitals Beata Vergine in Mendrisio bestimmt. Der Hof lebte weiter, wenn auch langsam aussterbend, bis der letzte Pächter 1983 den Hof verliess. Seit 1995 in der kantonalen Liste der geschützten Güter aufgeführt und im darauffolgenden Jahr dem Kanton Tessin übertragen, wartet er noch immer auf seine Bestimmung. Vigino gehört wie andere in der Region verstreute Bauernhöfe - allen voran der berühmte «Pobbia di Novazzano», der sich ebenfalls im Besitz der Familie Turconi befindet und dem Schweizerischen Freilichtmuseum Ballenberg übertragen wurde - zu den so genannten "geschlossenen Höfen". Es handelt sich um eine Siedlungstypologie, die im Sottoceneri, insbesondere im Mendrisiotto, aber auch in der gesamten Poebene zu finden ist und deren Ursprünge bis ins Mittelalter zurückreichen. Der Hof ist das eigentliche Zentrum der landwirtschaftlichen Tätigkeit. Um ihn herum gruppieren sich sowohl die Wohngebäude, in denen eine oder mehrere Massari-Familien (Pächterfamilien) leben, als auch die Gebäude, die mit der Produktionstätigkeit verbunden sind, wie Ställe, Scheunen, Lagerhäuser, Trockner und Pressen. Zu den "geschlossenen Höfen" gehörten auch ausgedehnte und vielfältige landwirtschaftliche Flächen, die mit Grünland, Ackerland, Wäldern oder Weinbergen bebaut waren und eine wirtschaftliche Einnahmequelle für die Eigentümer und eine Lebensgrundlage für die Teilpächter darstellten.
I. Verga, "La masseria a corte di Vigino. Castel San Pietro", in Finestre sull'arte tra Valle di Muggio e Val Mara, MEVM, 2022, S. 87-92

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a cura del
Museo etnografico
della Valle di Muggio
scala 1:25'000
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8.- CHF
La Regione del Monte Generoso
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