Consapevole della ricchezza del patrimonio storico, artistico, etnografico e paesaggistico della regione compresa tra il Ceresio e il Lario, il MEVM ne ha promosso dapprima lo studio ed in seguito ha curato numerosi interventi di conservazione. Privilegiando la relazione con il territorio, esso può venir definito come un «Museo nel territorio».
Il MEVM opera nella convinzione che il museo non va concepito come un luogo di raccolta di oggetti ma deve essere intimamente legato al territorio a sostegno dell’identità locale. In tal senso uno degli obiettivi prioritari del concetto di ecomuseo è quello di coinvolgere il più possibile la popolazione locale. Per l’attività il museo conta su una forte base di volontariato mentre per il lavoro concettuale e di progettualità la componente professionale è indispensabile e spetta ai curatori. Gli interventi concreti di salvaguardia del patrimonio condotti dal MEVM hanno contribuito ad accrescere le responsabilità che tutti dobbiamo avere nei confronti del territorio. Il paesaggio con le sue componenti naturali, antropiche ed emotive può essere un ottimo punto di partenza per trovare progetti e interventi futuri sempre più condivisi.
I preparativi che hanno portato alla nascita del Museo etnografico della Valle di Muggio (MEVM), costituitosi in Associazione nel 1980, scaturirono dall’analisi che la Regione Valle di Muggio aveva promosso e dalla ricerca di nuove dinamiche di sviluppo endogeno socio-economico e culturale. Il nostro museo nasce in questo contesto su proposta di un gruppo di lavoro composto da persone molto legate alla Valle. Sin dall’inizio però il MEVM ha voluto distanziarsi dalla concezione tradizionale di museo, inteso come edificio contenitore di oggetti da sottrarre al deperimento, per proporre invece uno sguardo diverso ed evitare doppioni all’interno del panorama dei musei etnografici ticinesi. La Valle di Muggio rappresenta un comprensorio con peculiarità d’importanza non solo storica, artistica ed etnografica ma anche paesaggistica e naturalistica. Consapevole di questa ricchezza, il MEVM ha seguito fedelmente questa filosofia e si è impegnato a valorizzare e far conoscere il patrimonio situato tra il Ceresio e il Lario. Privilegiando la relazione con il territorio, esso può venir definito come un «Museo nel territorio»! Centro informativo del Museo è Casa Cantoni a Cabbio; esso ha la funzione di epicentro dove il visitatore può visitare le mostre e ottenere tutte le informazioni utili per poi andare a scoprire nel territorio gli oggetti di interesse museografico. Con questa particolarità di museo orientato al paesaggio il MEVM contribuisce alla rete dei musei etnografici regionali del Cantone Ticino.
In Ticino il MEVM ha avuto senza dubbio un ruolo da pioniere nell’applicazione del concetto di eco-museo. Rispetto ai canoni museografici vigenti fino agli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso l’ecomuseo rappresenta una vera rivoluzione poiché da una parte afferma che ogni singolo bene culturale va inserito nel suo contesto territoriale, e dall’altra sostiene che la popolazione locale deve avere un ruolo attivo nell’identificazione del patrimonio. Il MEVM in linea con questi principi teorici ha dapprima promosso l’inventario, lo studio e la conoscenza del patrimonio architettonico prodotto dalla civiltà rurale, fino ad allora negletto e considerato di nessun interesse anche da parte degli uffici cantonali competenti. In seguito ha realizzato numerosi interventi nel territorio e ha tessuto una rete di relazioni con gli enti locali e la popolazione interessata.
Il museo nel territorio si distingue da un museo classico in base a diversi criteri. I suoi riferimenti principali sono il territorio e il patrimonio culturale in senso lato e non tanto le collezioni di oggetti comunemente associati all’idea di museo. Inoltre il suo operato non riguarda solo il visitatore ma si rivolge specialmente alla popolazione che vive nel contesto regionale.
Il museo possiede comunque quattro tipi di oggetti e di collezioni: gli oggetti immobili nel territorio, gli oggetti della civiltà rurale, una collezione di immagini sul paesaggio, una documentazione tematica cartacea e digitale.
Gli oggetti immobili nel territorio
Il MEVM nell’arco di un trentennio ha perlustrato dapprima il territorio ed ha catalogato gli edifici degni d’interesse. In un secondo momento il nostro sforzo si è indirizzato alla conservazione di alcuni manufatti/edifici rap.presentativi con un impegno notevole anche in termini finanziari.
In particolare citiamo i seguenti inventari e interventi.
Gli oggetti della civiltà rurale
Si tratta di alcune centinaia di oggetti esposti a Casa Cantoni nelle mostre tematiche legate alla presentazione del territorio e delle attività tradizionali.
Una collezione di immagini sul paesaggio
Raccoglie la documentazione fotografica relativa al patrimonio territoriale. Disponiamo attualmente di alcune migliaia di diapositive e negativi in bianco e nero e alcune decine di migliaia di immagini digitali sul tema del paesaggio e delle sue componenti.
Una documentazione tematica cartacea e digitale
In occasione di mostre e pubblicazioni raccogliamo la relativa documentazione. Per l’esposizione e il libro La scoperta del Monte Generoso abbiamo raccolto circa 500 documenti sulla storia di questa montagna. La documentazione tematica sarà arricchita prossimamente con la raccolta di documenti sulla trasformazione del territorio in Valle di Muggio.
Per quanto riguarda le attività, il nostro museo opera su una forte base di volontariato e può contare su una cerchia di una trentina di persone. Senza questa forma di lavoro il museo non potrebbe funzionare. Un lavoro impegnativo riguarda il funzionamento del Mulino di Bruzella che macina quasi cento quintali di granoturco all’anno: la farina per polenta prodotta è molto apprezzata e viene distribuita nei piccoli negozi e nei ristoranti: ne è responsabile la mugnaia Irene Petraglio con Giuseppe Bernasconi, Paolo Rezzonico e Fabio Bossi. La festa annuale al Mulino richiede l’aiuto di molte persone. Pure la messa in funzione della Graa di Cabbio necessita la collaborazione della gente del paese; infatti da alcuni anni un gruppo di persone si adopera per accendere e sorvegliare la graa, battere e mettere nei sacchetti le gustose castagne essiccate. D’altro canto un gruppo di volontari ha ricostruito un muro a secco sotto la guida di un esperto. Il settore didattico è pure importante e si avvale in parte del volontariato di alcune signore che, appositamente formate, accolgono con premura le scolaresche e preparano sche.de didattiche utili e avvincenti.
Un punto di forza è rappresentato dal Consiglio direttivo dell’Associazione composto da nove persone con formazione scientifica differenziata e con compiti specifici. Per il lavoro concettuale e di progettualità (mostre, pubblicazioni, lavori di intervento nel paesaggio) la componente professionale è indispensabile e questo compito spetta ai curatori. Al MEVM è riconosciuta notevole competenza per lo sviluppo di progetti ecomuseali.
Uno degli obiettivi prioritari di un ecomuseo, finora solo parzialmente raggiunto, è quello di coinvolgere il più possibile la popolazione locale affinché contribuisca alla valorizzazione del patrimonio territoriale. Siamo convinti che gli interventi concreti di salvaguardia del patrimonio condotti dal MEVM siano sfociati in un’accresciuta sensibilità nei confronti dei valori del paesaggio culturale. Questo è senza dubbio positivo, d’altro canto però non nascondiamo che un aspetto critico resta la partecipazione della comunità locale. La popolazione della Valle sta subendo un considerevole cambiamento demografico; essa aumenta e le nuove generazioni si affacciano su un panorama sempre più discosto da quello tradizionale. Il MEVM deve quindi riposizionarsi e trovare nuove forme partecipative. Il nostro museo si è sempre distanziato da una visione passatista ed è quindi pronto a integrare meglio la popolazione. In questo senso vorremmo studiare delle modalità per coinvolgere la popolazione locale nell’elaborazione di una mappa di comunità che comprenda gli elementi da valorizzare che la comunità stessa ritiene significativi e caratterizzanti la nostra regione. Il paesaggio con le sue componenti naturali, antropiche ed emotive può essere un ottimo punto di partenza per trovare progetti e interventi futuri sempre più condivisi.