Programma quadriennale

Il MEVM si proietta nel futuro

il Programma quadriennale 2023-2026

 

Introduzione
Il MEVM è riconosciuto dal Cantone Ticino tramite l’apposita Legge sui musei etnografici regionali ed è pertanto tenuto a stipulare un contratto di prestazione presentando un programma quadriennale. Il Centro di dialettologia e di etnografia, preposto al coordinamento della rete dei musei etnografici, dopo esame dei contenuti del programma stabilisce il contributo finanziario annuale.
Il 1° dicembre 2022 l'Assemblea dell'Associazione Museo etnografico della Valle di Muggio ha approvato il Contratto di prestazione - Programma quadriennale 2023-2026. Il Programma, elaborato a partire da una riflessione critica sull'attività del Museo negli oltre quarant'anni della sua attività, propone sia spunti di riflessione sulla trasformazione territoriale, demografica e socio-antropologica della Valle di Muggio, che obiettivi e progetti ritenuti prioritari per lo sviluppo del MEVM nei prossimi anni.


L’azione del MEVM per il quadriennio 2023-2026 si svolgerà lungo due linee principali, che dovranno trovare modo di incontrarsi e rafforzarsi a vicenda.
La prima linea, che potremmo definire della tradizione, punterà al consolidamento degli obiettivi finora raggiunti e allo sviluppo di progetti nel solco del concetto ormai acquisito di “museo nel territorio”. In questa linea si inseriscono le attività di cura e valorizzazione degli oggetti già presenti e delle particolarità della Valle di Muggio: animazioni, escursioni, e attività ma anche monitoraggio e manutenzione laddove lo stato dei manufatti lo richieda. Inoltre, si prevede l’approfondimento storico e culturale di alcune tematiche specifiche che sfoceranno in pubblicazioni e nell’organizzazione di una esposizione temporanea di ampio respiro.
La seconda linea riguarda la necessità per il nostro museo di promuovere e rendere concreta la partecipazione delle comunità locali. In particolare, nel solco delle trasformazioni in atto, è necessario indebolire il confine che separa il museo in quanto produttore di contenuti e il pubblico in quanto fruitore. Tale separazione, ancora fino a qualche anno fa molto netta, dovrà essere resa più permeabile grazie ad attività che permettano sia comunicazione tra chi fa museo e chi lo visita, sia disponibilità a ricevere sempre più contributi e impulsi dall’esterno. Rientrano in quest’ottica operazioni a cui si darà continuità o che si svilupperanno ex novo come il coinvolgimento di volontari nel restauro, nella gestione e nella cura del patrimonio; l’apertura al pubblico di depositi e archivi; lo sviluppo di un osservatorio fotografico del paesaggio; lo sviluppo di collaborazioni con altri attori, associazioni e progetti in corso; la promozione dell’inclusione e dell’accessibilità presso le proprie sedi (accoglienza, aggiornamento supporti informativi ed espositivi), nel territorio (segnaletica, carte escursionistiche, punti informativi delocalizzati) e nel settore digitale.

 

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