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Finestre sull'arte tra Valle di Muggio e Val Mara.
Dall'epoca romana ad oggi

a cura di Ivano Proserpi (MEVM)
MEVM, Ticino Nostro, Salvioni edizioni, 2022

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Casa Cantoni-Fontana, dimora di Simone Cantoni

 

La famiglia Cantoni, originaria di Cabbio, si divise a metà Seicento in due rami: Pietro, bisnonno di Simone, sposando nel 1677 Maria Domenica Ghighi, diede origine al ramo di Muggio e risiedette in questo paese limitrofo che dava anche il nome alla Valle. Tale linea genealogica dei Cantoni si volle contraddistinguere affiancando al proprio cognome la dizione “Grigo”, che appare sporadicamente ancora per tutto il XVIII secolo.496 Il ceppo originario della famiglia Cantoni rimase invece a Cabbio e, nel corso del Settecento, sviluppò una specializzazione nell’arte dello stucco, tramandata dal più noto Giovan Battista Cantoni. I cugini Pietro e Rocco, con Giovan Battista (junior) collaborarono a Genova assieme ad altri connazionali seguendo i progetti di Simone e di suo fratello Gaetano nella decorazione di “nobili sale”, in una sorta di organizzazione coordinata di maestranze, unite nell’intento di attuare il concetto ben definito di “ornato” secondo il più aggiornato “buon gusto”. La complementarietà delle due professioni era tale da costituire un elemento di forza all’interno dei cantieri liguri, in una visione moderna delle arti, in cui l’architettura comprendeva anche l’ideazione e la composizione della decorazione plastica e il disegno dell’arredamento in ogni suo dettaglio.

La casa di Muggio, dove la famiglia Cantoni risiedeva e dove gli artisti rientravano per svernare da fine ottobre a tutto febbraio, venne completata in tre fasi distinte fino a occupare la proprietà dell’intero comparto con tipologia rurale (ghiacciaia, dispensa, cantina, cucina, pozzo, forno, soggiorno, atrio, scale, camere da letto di cui una con alcova, vestibolo, camera per gli ospiti poi detta “camera del vescovo”, latrina, corte interna, piccionaia, sottotetto, lobbia); questo vasto comparto era compreso fra due strade e fronteggiava la chiesa del paese.

[...] Con la morte dell’architetto nel 1818, la casa passò in eredità all’architetto Pier Luigi Fontana (1762–1824), figlio della sorella di Simone e fratello di sua moglie Giuseppina. Nipote e cognato prediletto, Pier Luigi continuò i cantieri lasciati interrotti dal celebre architetto ma per soli cinque anni perché venne a mancare, e allora l’edificio, che era stato per ben due secoli residenza degli architetti e capo-d’opera Cantoni, divenne proprietà della famiglia Fontana.

Tratto da: Nicoletta Ossanna Cavadini, "La casa dell’architetto Cantoni. Muggio, Casa Cantoni-Fontana, dimora di Simone Cantoni", in Finestre sull'arte tra Valle di Muggio e Val Mara. Dall'epoca romana a oggi, MEVM / Fondazione Ticino Nostro / Salvioni, 2022, pp. 227-233.

 

Sagno, Casa Francesco e Pietro Chiesa

 

Nell’assolato villaggio di Sagno, abbarbicato sotto la chiesa di San Michele, la casa natale dello scrittore Francesco Chiesa (1871–1973) e di suo fratello, il pittore Pietro (1876–1959), si mimetizza tra le altre, ma svela a chi le si avvicina i segni di una ottocentesca eleganza, connessa a una ricerca di simmetria tipica dell’architettura neoclassica. La pianta irregolare la indica come risultato di accorpamenti di costruzioni di dimensioni minori, avvenuti segnatamente entro la metà del secolo XIX, quando l’edificio ha acquisito l’aspetto definitivo, ma per una parte anche più avanti, come raccontava lo stesso Francesco Chiesa in un’intervista televisiva nel 1969 in cui ricordava la porzione del fabbricato sulla destra per chi guarda la facciata come più rustica e misteriosa ai suoi occhi di bambino.594 La casa sembra aprirsi in un abbraccio verso sud-est, l’orizzonte italiano tanto caro al poeta. Là l’ampiezza maggiore della costruzione si dispiega nella facciata principale, prospettante su una corte acciottolata, delimitata su un lato da un corpo basso, un tempo probabilmente di servizio, e attraversata da due guide in granito che collegano il cancello all’ingresso della residenza. Esso è preceduto da pochi ampi scalini e incorniciato da due colonne libere di ordine dorico che determinano una sorta di vestibolo. L’entrata è sormontata da un balcone con ringhiera in ferro lavorata, nel mezzo della quale spicca il monogramma GC, composto delle iniziali di Giulia Chiesa, moglie di Francesco, nato nel 1780, il nonno del poeta. Tutti gli elementi sono disposti in modo da generare un asse di simmetria che unisce il cancello ai locali interni dopo avere attraversato il vestibolo. Tale asse prosegue anche oltre il cancello, sull’altro lato della strada dove in un muro continuo si apre un portoncino che mette al giardino vero e proprio, un hortus conclusus ricavato sopra una serie di cantine aperte sulla strada a valle.

In questa casa Francesco Chiesa trascorse buona parte della sua lunga e operosa vita, che per decenni lo vide docente, rettore del liceo e del ginnasio, direttore della Biblioteca cantonale, presidente della Commissione dei Monumenti storici e della Commissione delle bellezze naturali e del paesaggio. [...] Essa è arricchita di un elemento “moderno”: una meridiana che reca un’immagine dipinta da Pietro Chiesa agli inizi del Novecento. Intorno alle ore il pittore ha voluto ritrarre la moglie Germaine intenta a innaffiare una pianta e le loro due bimbe, prese dai giochi spensierati.

[...] Un recente restauro, condotto con grande cura dai discendenti di Francesco Chiesa, ha mantenuto integra la sostanza storica e vivido il ricordo del famoso avo, ed ha aggiunto con discrezione gli impianti di una residenza moderna.

Tratto da: Riccardo Bergossi, "La casa ispiratrice. Sagno, Casa Francesco e Pietro Chiesa", in Finestre sull'arte tra Valle di Muggio e Val Mara. Dall'epoca romana a oggi, MEVM / Fondazione Ticino Nostro / Salvioni, 2022, pp. 267-269.