Nevère

Paesaggi della pietra
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La nevèra e la lavorazione del latte nell'alta Valle di Muggio
2a ed. aggiornata
a cura di Paolo Crivelli ; con Danilo Bianchi
MEVM, 1999
Quaderno n° 1

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Conservare il latte

 

La nevèra è una costruzione solitamente a pianta circolare, completamente in muratura e interrata per alcuni metri. In Valle di Muggio il MEVM ha recensito una settantina di nevère localizzate perlopiù sugli alpi. In inverno la nevèra viene riempita di neve in modo da ottenere un ambiente fresco anche durante l’estate. La funzione di questo edificio è quella di conservare il latte prima di procedere alla scrematura e alla produzione del burro e del formaggio magro. Si tratta di un oggetto di notevole interesse, presente in tale concentrazione in nessun’altra parte della Svizzera.

 

Perché la nevèra

 

Per rispondere alla domanda perché troviamo la nevèra in Valle di Muggio dobbiamo considerare principalmente alcune caratteristiche climatiche, geologiche e morfologiche.

Le temperature estive registrate sul Monte Generoso sono abbastanza elevate e raggiungono a quota 1000 m una media annuale di 16°. L’esposizione a sud dei versanti ha un influsso positivo sulle condizioni di insolazione e sulle temperature estive. I periodi di siccità sono assai frequenti e vengono interrotti in estate da forti temporali. Si contano in media 53 giorni con precipitazioni nevose. Le rocce che affiorano in tutta la Valle di Muggio fino a Castel San Pietro sono di un unico tipo. Si tratta di Calcare di Moltrasio, ben stratificato e dal colore scuro, blu-grigio.
La natura calcarea delle rocce che compongono il Monte Generoso è all’origine dei fenomeni carsici riscontrabili nella zona, prevalentemente grotte e sporadiche doline. È noto infatti che in una zona carsica l’acqua si infiltra rapidamente nelle rocce e circola in profondità nelle fessure che lei stessa allarga tramite un processo di corrosione chimica. Specialmente nella parte alta della montagna le sorgenti sono assai rare e che l’acqua sia un bene prezioso è dimostrato anche dal fatto che tutti gli alpi sono provvisti di cisterne per la raccolta dai tetti dell’acqua piovana. La scarsità di acqua fresca di sorgente è un fattore che ha fortemente limitato l’impiego di soluzioni in cui l’acqua diventa l’elemento refrigerante. Una costruzione presente anch’essa nella nostra regione e che funziona in questo modo è il casèl, parente prossimo della nevèra e ubicato in luoghi particolarmente freschi, possibilmente nei pressi di una sorgente. In questo caso l’acqua scorrendo attraverso la cantina mantiene fresco l’ambiente e il latte ivi conservato. Interessante è l’esempio di un casèl situato poco prima dell’abitato di Cragno.

La vegetazione arborea in Valle di Muggio è dominata dalle latifoglie. Ciò che sorprende è il limite superiore del bosco, che sul versante meridionale del Generoso è veramente basso e raramente supera i 1200-1300 m. Più in alto si estendono i pascoli in cui troviamo generalmente gli alpi. Le nevère, situate spesso in questa zona spoglia, vengono protette dall’insolazione diretta grazie ad una corona di latifoglie (faggi, aceri, tigli). La nevèra rappresenta quindi la soluzione idonea per fronteggiare il problema delle alte temperature estive in un ambiente in cui scarseggia l’acqua sorgiva. Le caratteristiche architettoniche e di funzionamento della nevèra tengono perfettamente in considerazione da una parte i dati ambientali e dall’altra i bisogni e le necessità di un’economia basata sui prodotti dell’allevamento. Grazie a tutta una serie di accorgimenti all’interno della nevèra l’ambiente rimane fresco anche durante il periodo estivo. Una soluzione appropriata e ideale per conservare il latte prima della sua lavorazione in un ambiente carsico prealpino.

 

 

Descrizione

 

La nevèra è anzitutto un edificio tipico dell’economia alpestre: su 70 manufatti rilevati 57 sono ubicati sugli alpi e solo 13 nei villaggi. La nevèra è un edificio solitamente a pianta circolare ma, specialmente nell’alta Valle Intelvi, se ne trovano anche a pianta quadrata. Il diametro interno varia da tre a cinque metri, l’altezza da cinque a sette metri. La nevèra è interrata per circa due terzi e per un terzo, due-tre metri, sporge da terra. Incorporata nella muratura, una scala di sessanta centimetri di larghezza, senza corrimano, scende fino sul fondo permettendo così di seguire l’abbassarsi della neve. I muri hanno uno spessore tra i 60 e gli 80 cm e, in certi casi, raggiungono perfino il metro. La tecnica impiegata è quella della muratura a secco. La struttura del tetto più significativa è quella a una falsa volta. Troviamo però tetti con una struttura portante in legno. Nel tetto a falsa volta le pietre vengono sovrapposte in modo che quella superiore aggetti sempre un po’ rispetto a quella sottostante. Alla fine le pietre che s’avvicinano da tutti i lati si toccano. Quelle più in alto devono però essere coperte da lastre più grandi affinché non crollino. Generalmente le nevère a falsa volta hanno il tetto a forma di cono. I tetti a uno spiovente sono pure assai diffusi, mentre quello a due spioventi è più raro. La copertura dei tetti è costituita da sottili lastre di calcare dette piode. Attorno alla nevèra troviamo spesso una corona di alberi che impedisce ai raggi solari di raggiungere direttamente la costruzione.