Vie storiche

Paesaggi della pietra
Per saperne di più

IVS-webpage.png

Inventario federale delle vie di comunicazione storiche della Svizzera (IVS)
https://www.ivs.admin.ch/it/

La mulattiera Cabbio-Cet

 

Introduzione
Questa via di comunicazione è inserita nell’Inventario delle vie di comunicazione storiche della Svizzera (IVS), ed è considerata di importanza nazionale. Si tratta di una mulattiera lunga all’incirca 3 chilometri, in salita medio-forte, che tocca Vallera, Croce, Batuela, Laorina, Tov, Arla e termina a Cet. E’ indicata nella mappa censuaria di Cabbio (SUVA’ 1872) e nei TA 545 Mendrisio 1894 e 548 Val della Grotta 1879 come “strada di campagna o mulattiera”.

 

Descrizione
In uscita da Cabbio si percorre una breve tratto di mulattiera che si raccorda con la mulattiera che entra in Valle Luasca (TI 2296) e con quella per Cetto. Il fondo è selciato misto a erba, largo circa 2 metri, delimitato da muri a secco di cinta misti a sostegno sul lato a valle e da un muro di controriva su quello a monte. Dai pressi di una stalla, proseguendo sulla destra, si imbocca la mulattiera per i monti di Cabbio che presenta una morfologia che da una notevole struttura iniziale riduce vieppiù le sue strutture sino a ridursi a semplice sentiero in corrispondenza degli ultimi monti. Fino al monte Vallera, infatti, la struttura è estremamente solida. Il fondo è selciato, in parte ricoperto da uno strato erboso, largo fino a 2 metri. La struttura è a mezzacosta, con presenza di lunghi muri di sostegno a secco su lato a monte, alti 1-1,3 metri, e muri di sostegno discontinui, alternati a parapetti, sul lato a valle. In questo tratto si segnala una cappella contenente una tela di gusto popolaresco.
Tra Vallera e Batuela la mulattiera conserva una certa consistenza, mantenendo una larghezza che giunge fino a 1,5 metri, ma il selciato si fa gradualmente più rado sino a scomparire. I muri di sostegno si fanno più frammentati e in stato precario di conservazione, lasciando il posto a scarpate in terra. E’ da segnalare una interessante cisterna, ricavata sotto un rustico, il cui imbocco da direttamente sulla mulattiera.
Tra Batuela e Arla si rileva ancora un progressivo diminuire della larghezza del fondo. Sono presenti ancora lunghi tratti di muri di sostegno sul lato a monte, mentre su quello a valle se ne riscontrano pochi e generalmente in cattivo stato. Si costeggiano numerosi rustici, anche di considerevoli dimensioni, in gran parte in desolante rovina. Poco prima di Arla si segnala una notevole fontana coperta con una volta in sasso. Il fondo nel nucleo di Arla conserva il selciato. Qui si trova una seconda cisterna, di forme e dimensioni analoghe alla prima.
Da Arla a Cetto, l’ultimo monte toccato dal percorso, si transita su un sentiero di scarsa consistenza, in alcuni passaggi ridotto a traccia, con poche scarpate in terra e sporadica presenza di muri di sostegno.
Questo percorso ben rappresenta il variare della morfologia nelle zone montane, in relazione alla quantità di monti disposti lungo di esso. Il primo tratto, che serve al transito di un bestiame numeroso, si presenta come il pù strutturato e solido. Come ci si avvicina ai monti più lontani, e di piccole proporzioni, la mulattiera, in relazione alla diminuzione dei transiti perde gradualmente la sua struttura riducendosi, alla fine a semplice sentiero.
È questo un caso ben rappresentativo di questo tipo di relazioni montane che si è, nella sostanza, integralmente conservato. È interessante rilevare il graduale passaggio da una morfologia di notevole interesse nella prima parte ad una più essenziale in quella finale. A rigore si dovrebbe prendere in considerazione, data la sua notevole qualità e ricchezza della sostanza, solamente la prima metà del percorso, ma in ragione delle particolarità sopra citate proponiamo che l’intero percorso venga considerato oggetto di importanza nazionale.

Scheda TI2290
Inventario delle vie di comunicazione storiche della Svizzera (IVS)

 

La strada del dottor Pasta

 

Descrizione
La Strada del Pasta è considerata la prima strada turistica ottocentesca del nostro cantone. Infatti è stata voluta da Carlo Pasta per portare i turisti da Mendrisio al suo Albergo Monte Generoso Bellavista. La strada è ancora interamente percorribile ed è in buono stato a partire da Salorino in prossimità dell’oratorio di S. Rocco. Tuttavia il tratto più interessante e relativamente ben conservato, si trova tra l’incrocio della strada che conduce a Cragno e la Bellavista, da quota 880 m a quota 1160. La mulattiera transita sul substrato di calcare bianco, il Biancone, conferendole un aspetto inusuale. Il tracciato sale con moderata pendenza e presenta dei tornanti accuratamente costruiti con muri di sostegno a valle. Il fondo stradale è in selciato sempre di calcare bianco. La larghezza della carreggiata è regolare e si mantiene sui 2 m. Questa strada è stata l’accesso principale alla Bellavista da Mendrisio almeno per una cinquantina di anni fino alla costruzione della Ferrovia Monte Generoso nel 1890 e della strada carrozzabile nel 1933. Per il suo interesse storico e per le caratteristiche costruttive, questo tratto merita di essere conservato e restaurato.

 

Scheda
“Questo percorso, in origine una mulattiera per le zone prative a monte di Salorino e gli alpeggi verso il Monte Generoso, nel corso del 19. secolo venne riattata e ampliata. Nel 1867, infatti, venne costruito dal dottor Carlo Pasta l’Albergo Monte Generoso alla Bellavista. ‘Non c’erano strade e doveva ancora venire la ferrovia; la regione era raggiungibile soltanto per sentieri e mulattiere, non sempre agevoli. Costruire in quel luogo un edificio di notevoli proporzioni, quando appena cominciavano a sorgere i primi alberghi a Lugano, sembrava una pazzia. Ma il dott. Pasta era un uomo per il quale tutto era possibile ...’ (Bächtold, A., Macconi, G., Il Monte Generoso, Chiasso, 1969, p. 235). Per compiere l’impresa si dovettero migliorare quasi tutte le mulattiere esistenti e tracciare le strade sulla Bellavista. Il percorso in questione venne ridisegnato in parte con una serie di serpentine selciate e integralmente ristrutturato, per consentire una più agevole salita all’Albergo. Per non affaticare gli ospiti venne organizzato persino un gruppo di ‘sherpa’ che trasportavano i bagagli e, per miglior comodità della nobile clientela, gli stessi ospiti per mezzo di portantine che venivano condotte a mano. Unica testimonianza di questa fantastica ‘Belle Epoque’ resta la strada: ciò che sopravviveva del mitico e sfarzoso Albergo della Bellavista è stato demolito alle soglie del nuovo millennio.”

Scheda TI2389
Inventario delle vie di comunicazione storiche della Svizzera (IVS)

 

Il sentiero Scudellate-Erbonne

 

Descrizione
Questa via di comunicazione, classificata di importanza regionale, si distingue soprattutto per il lungo e pregevole muro a secco che si sviluppa su una lunghezza di ca. 300 m tra il cimitero di Scudellate e la Cappella di S. Antonio. E’ un muro continuo che sostiene il pendio a monte del largo sentiero. Costruito in pietra calcarea di Moltrasio con la tecnica a secco è alto da 1.50 a 3 m. Il muro è stato oggetto di restauro nel 2011 da parte del Museo etnografico della Valle di Muggio.

 

Il sentiero è molto frequentato e il muro rafforza sia l’importanza storica del percorso sia il legame secolare tra Scudellate ed Erbonne. In effetti per parecchio tempo nascite e morti venivano registrati a Scudellate, la levatrice veniva da Scudellate, i morti venivano seppelliti a Scudellate, i ragazzi venivano a scuola a Scudellate. Muratori ed operai venivano a piedi a Scudellate per poi lavorare nelle imprese del Mendrisiotto.

 

 

La strada del Caviano

 

Descrizione
La strada del Caviano consente di collegare Castel S. Pietro all’omonimo alpe ma anche tutti gli insediamenti disposti sul crinale fino alla Cascina di Armirone.
Ricordiamo che il territorio comunale di Castel S. Pietro si estende da Gorla (a quota 350m) fino alla Vetta del Monte Generoso (1600m). La strada del Caviano rappresenta quindi una sorta di spina dorsale che permette di raggiungere da Obino (500m) i seguenti luoghi: Caviano (960m), Dosso Bello (1100m), La Grassa (1030m), Dosso dell’Ora (1100m), Balduana (1100m), Alpe di Castello (1050m).

 

Caratteristiche di questa mulattiera sono il tracciato con pendenza regolare e la pavimentazione completa in selciato da quota 500 m, sopra Obino, fino a quota 1000m (500 m dopo l’Alpe del Caviano). La strada, lunga ca. 4 km, mantiene una larghezza di 3 m lungo tutto il tracciato e presenta un selciato per la maggior parte in pietra calcarea (Calcare di Moltrasio) e in parte in pietra granitica verso la fascia altitudinale dei 600 m in corrispondenza di un deposito di blocchi erratici. Il ciglio della mulattiera è rafforzato dalla posa di pietre di grossa dimensione. A tratti la strada è costeggiata da muri a secco. Attualmente è in fase di restauro con il rifacimento del selciato nei punti dove è molto sconnesso o divelto. Anche i muri a secco sono stati parzialmente ricostruiti. Per la sua importanza storica e per il suo carattere unitario nella costruzione, la strada del Caviano è meritevole di salvaguardia e di un restauro appropriato.

 

 

La mulattiera Rovio-Bogo

 

Descrizione
La mulattiera tra Rovio e Bogo da quota 560 m a 755 m era un’importante via di comunicazione per l’uso tradizionale del territorio. La mulattiera si sviluppa su circa 1 km ed ha una larghezza costante di m 2.30. Spesso corre in trincea con pendenza moderata.


Il lastricato-selciato è ben posato con pietre di porfido, granito e pochissimo calcare. Pietre di dimensione assai grossa sono state posate ai bordi mentre lastre di granito poste trasversalmente rafforzano la struttura del selciato. Al centro della carreggiata le pietre sono disposte in modo allineato. L’uso a tratti preponderante del porfido conferisce alla pavimentazione un colore rossastro scuro. Una caratteristica interessante in quanto proprio in questa zona si passa dal calcare sedimentario al porfido che costituisce lo zoccolo di questa regione. Mentre il granito è di origine erratica. Questa particolarità di avere una pavimentazione in porfido e granito è particolare nel contesto del Monte Generoso e merita di essere conservata. Lo stato attuale della pavimentazione è buono almeno per l’80% dell’intero tracciato.