Roccoli

Foreste e alberi - altri approfondimenti

L'origine del roccolo

 

Il roccolo è un metodo accuratamente concepito per catturare gli uccelli con le reti. L'astuzia sta nel saper attirare gli uccelli migratori nell'area del roccolo per poi obbligarli a volare nelle reti. L'origine del roccolo sembra risalire alla fine del XVI secolo introdotto forse dai monaci nella regione di Bergamo.

 

La presenza del roccolo nella nostra regione

 

Il roccolo rimane il simbolo di una delle forme di caccia più diffuse nella nostra regione. Nel Mendrisiotto e nel Luganese sono attivi nell'Ottocento probabilmente più di una sessantina di roccoli. Già nel 1875 però la Legge federale sulla caccia e la protezione degli uccelli proibisce l'uso dei roccoli, delle bressanelle e dei richiami. Di conseguenza molti caselli sono crollati, di altri rimane solo il nome, alcuni però dominano ancora il paesaggio del Sottoceneri testimoni di un'epoca nella quale la pratica dell'uccellagione si integrava nel sistema di sostentamento della civiltà contadina. Le conoscenze specifiche legate a questa attività sono tuttavia ancora ben note in quanto nella vicina Italia, specialmente nella Bergamasca e nel Veneto, il roccolo è stato utilizzato fino ad un'epoca recente. L'uccellagione va intesa come l'arte del catturare gli uccelli esercitata non con le armi bensì mediante l'uso delle reti e la messa in opera di impianti di complessa struttura.

 

 

Il funzionamento del roccolo

 

Il roccolo può essere considerato la tipica uccellanda della zona collinare e montana. Il procedimento di cattura è infatti particolarmente adatto a terreni in leggero pendio. L'impianto consiste in una doppia fila di alberi disposti a forma circolare che, partendo dalla torre, racchiude un'area dal diametro di 20-30 metri. Gli alberi, spesso carpini o faggi piantati a intervalli regolari, vengono disposti in modo da formare un viottolo coperto provvisto di finestre laterali. A questo pergolato alto ca 4-5 metri vengono appese le reti. Per indurre gli uccelli a posarsi dentro l'area del roccolo e non sulle chiome circostanti, queste vengono sapientemente potate e al centro sono collocate delle piante con dei rami secchi. Per attirare la preda vengono impiegati dei richiami canori, degli uccelli appositamente allevati per le loro capacità di canto. Le gabbie con i richiami vengono appese agli alberi del roccolo. Si usano pure gli zimbelli, degli uccelli posti nello spazio antistante la torre che l'uccellatore fa svolazzare tirando la corda che li trattiene. Anche la civetta viene impiegata come attrazione. Si catturavano tordi, fringuelli, lucherini, merli, peppole. Il casello si trova sempre all'estremità del roccolo e sovrasta leggermente l'impianto. Dagli spioncini della torre l'uccellatore osserva l'area centrale del roccolo. Appena un numero sufficiente di uccelli si è posato sui rami secchi l'uccellatore lancia lo spauracchio e contemporaneamente, con un apposito fischietto, emette un fischio lungo e stridulo che ricorda quello di un rapace. Gli uccelli spaventati, temendo l'attacco del rapace simulato dalla sagoma dello spauracchio e dal fischio, cercano di fuggire volando verso le finestre ma restano impigliati nelle reti.

 

 

Uccelli e strumenti di richiamo

 

Si possono distinguere due forme di impiego degli uccelli da richiamo vivi: i richiami veri e propri che attirano gli uccelli di passo con il loro canto e gli zimbelli che li attirano con il loro movimento. Mentre i richiami vengono tenuti nelle gabbiette appese alle piante, gli zimbelli vengono legati con una sorta di imbracatura e collocati per terra nel roccolo. Gli zimbelli attirano l'attenzione degli altri uccelli con il loro vispo svolazzare e dando l'impressione di beccuzzare a volontà.


Essendo l'uccellagione praticata in autunno occorreva escogitare uno stratagemma per avere a disposizione degli uccelli cantori in quel periodo. Con grande astuzia viene inventato il sistema della chisa che ritarda il vigoroso nto primaverile e anticipa il ricambio autunnale delle penne, la muta. A tal fine, in primavera gli uccelli da richiamo sottoposti alla chiusa sono messi in un locale pulito ed aerato che viene gratamente oscurato. In questa oscurità artificiale gli uccelli trascorrono diversi mesi con una particolare nutrizione. Ogni uccello è soggetto per natura alla muta nel corso della quale cambia il suo piumaggio e resta in silenzio. Per sollecitare la muta, durante la chiusa si strappa parte delle piume, le remiganti. L'inizio della chiusa avviene a metà maggio e a partire dall'inizio di agosto gli uccelli vengono lentamente abituati di nuovo alla luce. Con questo forzato cambiamento stagionale gli uccelli cantano in autunno come se fosse primavera attirando così gli uccelli di passo nel roccolo.


L'impiego della civetta nell'uccellagione è documentato sin dall'antichità. La civetta viene presa dal nido e allevata, oppure comperata alle fiere autunnali. La civetta viene addestrata a stare sulla gruccia, a saltare su e giù da questa e a volare attorno. Un metodo consiste nel posare una gabbia per tordi in prossimità della gruccia con la civetta. Ubbidendo all'ordine dell'uccellatore la civetta salta dalla gruccia e i tordi spaventati cominciano a fare schiamazzi richiamando così i loro simili nel roccolo.


L'imitazione del canto degli uccelli gioca un ruolo importante nell'attirare i volatili nel roccolo. Chi non aveva l'abilità di imitare tali canti fischiando si serviva di una serie di fischietti, zufoli e altri piccoli strumenti ingegnosi di richiamo.

 

 

 

Il periodo e l'entità della cattura

 

Il periodo di messa in funzione del roccolo è strettamente correlato al flusso autunnale di uccelli migratori. In questo periodo infatti la maggior parte degli uccelli migratori europei compie il suo tragitto da Nord verso Sud in direzione dei luoghi di svernamento. Il volo degli uccelli viene condizionato dalla morfologia per cui i roccoli sono costruiti in altura in corrispondenza delle direttrici migratorie. La stagione dell'uccellagione inizia verso fine agosto e dura fino a metà novembre.
Il numero degli uccelli catturati varia a seconda dell'anno e della posizione del roccolo. Secondo alcune stime nelle giornate più favorevoli di massima migrazione si possono catturare dai 300 ai 400 uccelli e in una stagione si può contare in media su una presa complessiva di 2000-3500 prede.

 

 

Utilizzo degli uccelli catturati

 

La maggior parte degli uccelli catturati era destinata all'alimentazione. Mantenuti vivi dopo la cattura i volatili costituivano una riserva di carne fresca durante l'autunno e l'inverno. Gli uccelli venivano venduti e il prezzo variava secondo la specie e la grossezza. Numerose sono le ricette a testimonianza dell'elevato grado di apprezzamento. Una parte degli uccelli che l'uccellatore giudicava più promettenti, era lasciata in vita così da completare la batteria dei richiami. Grande importanza avevano le fiere in cui gli uccelli da richiamo, dalle notevoli capacità canore, venivano venduti a buon prezzo. Una parte più ridotta degli uccelli catturati era destianta a uccelli da gabbia.