Geologia

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Valle di Muggio allo specchio
Paesaggio incantevole, paesaggio mutevole

a cura di Paolo e Silvia Crivelli
MEVM, Ticino Nostro, 2017

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La storia geologica della Valle di Muggio

 

L’area tra il Lago di Lugano e quello di Como presenta versanti solcati da profonde forre e canyon che incidono la roccia con pareti alte e ripide. Il versante occidentale del Monte Generoso, dalla Costa degli Albagnoni alla Val Corta e dal versante Sud della Sighignola, rappresenta la parte più scoscesa. Verso Sud le pendenze diminuiscono fino a raccordarsi con la zona di fondovalle a Sud di Morbio. Questi caratteri geomorfologici sono il risultato dell’interazione tra roccia, assetto strutturale, depositi glaciali e corsi d’acqua nonché l’ampia diffusione di fenomeni carsici, superficiali (epigei) e profondi (ipogei).

L’odierno rilievo delle Alpi meridionali si è formato nelle ultime fasi dell’Orogenesi alpina, anche se in realtà la sua storia geologica è iniziata circa 250 milioni di anni orsono quando tutte le terre emerse erano raggruppate nel supercontinente Pangea, che racchiudeva un mare (la Tetide) formante un immenso golfo aperto verso Est. L’area dell’odierno Monte Generoso si trovava allora presso l’equatore, fra il futuro continente africano e il blocco europeo. Nei 150 milioni di anni successivi la lacerazione della crosta ha portato alla formazione di profondi bacini separati da zone di mare poco profondo, in continua evoluzione a seguito dell’espansione della Tetide. La maggior parte del substrato del Monte Generoso e della Valle di Muggio, costituito dal Calcare di Moltrasio, ha avuto origine dall’accumulo di sedimenti nell’omonimo bacino del Monte Generoso. L’evoluzione successiva della Tetide e dei sedimenti che vi si sono accumulati è testimoniata dalle rocce affioranti in Valle di Muggio.

Alla fine del Cretacico (1454-65 milioni d’anni (Ma)) e a seguito della collisione fra l’Adria e l’Europa, le Alpi iniziano a sollevarsi: sono le prima avvisaglie dell’Orogenesi alpina che comprende due fasi principali: quella Mesoalpina (45-30 Ma), risultato della collisione dei due continenti, e quella Neoalpina (30-0 Ma), responsabile dell’evoluzione delle Alpi meridionali. Nel corso dell’ultima fase la successione carbonatica del Bacino del Generoso viene spinta verso Ovest, espulsa e sollevata per circa 1 km. Le grandi faglie mesozoiche, riattivate durante il processo orogenetico, e quelle di neo-formazione ne influenzano profondamente l’evoluzione strutturale. Il limite Ovest del Calcare di Moltrasio è rappresentato dalla Linea di Lugano, la faglia che delimitava il bacino del Monte Generoso nel Mesozoico. Questa struttura tettonica Nord- Sud subverticale forma la ripida parete occidentale del Monte Generoso.
A Est della Linea di Lugano, nelle rigide vulcaniti permiane e nelle unità dolomitiche e calcaree del Monte San Giorgio, si sono formate delle zolle allungate e sinclinali molto strette, separate da faglie fortemente inclinate.
A Ovest della faglia, la potente sequenza ben stratificata di marne e calcare del Bacino del Monte Generoso è stata piegata intensamente durante fasi deformative distinte, caratterizzate dallo sviluppo di più generazioni di pieghe, fratture, faglie e sovrascorrimenti come quello del Monte Generoso. A seguito di ciò, nel massiccio del Monte Generoso vi sono zone con caratteristiche strutturali ben definite, che si riflettono sull’evoluzione dell’intera area, compresa naturalmente la Valle di Muggio. Il complicato assetto del massiccio rappresenta solamente l’espressione superficiale della deformazione crostale che si spinge a decine di chilometri di profondità. Verso la fine degli anni Ottanta, il Progetto del Fondo Nazionale (PNR20) ha promosso una serie di indagini sismiche fra la Svizzera centrale e l’Italia settentrionale che hanno interessato anche la Valle di Muggio.

Il modello della crosta profonda delle Alpi meridionali ricostruito con i dati sismici evidenzia la presenza di numerose falde di ricoprimento all’interno della copertura mesozoica, reciprocamente scollate in corrispondenza dei livelli del Triassico inferiore. Il loro odierno assetto è il risultato di un raccorciamento Nord-Sud di 50-60 km di tutto il complesso Sudalpino.

 

Formazione nel Parco delle Gole della Breggia

 

Cosa ci mostra e insegna il territorio

 

L’azione erosiva della Breggia, combinata con la diversa resistenza della roccia, oltre alla preesistenza di strutture quali fratture, faglie, pieghe, ecc., sono all’origine di una grande varietà di paesaggi naturali. Nella parte superiore della Valle di Muggio queste componenti naturali sono caratteristiche di un corso d’acqua a elevata energia, dove domina la componente erosiva e di trasporto, mentre quella di accumulo è subordinata alle altre. Nella parte inferiore della Valle, il torrente raggiunge uno stadio di equilibrio caratterizzato dalla formazione di ampi meandri che nel passato occupavano la piana di Chiasso ma oggi sono quasi completamente scomparsi a seguito della correzione e ad altre opere di ingegneria civile. Gli strati di una roccia, il cui spessore può variare da una frazione di millimetro a parecchi decimetri o addirittura qualche metro, sono separati fra loro da piani di strato che al momento della formazione sono pressoché orizzontali. Al termine della sedimentazione e dei processi di consolidamento del sedimento, strati e piani di strato rappresentano delle discontinuità nell’ammasso. Le rocce del Generoso presentano in genere una stratificazione ben marcata con variazioni litologiche aventi spessore nell’ordine del decimetro. Quando gli strati sono stati deformati dalle spinte tettoniche durante la formazione delle Alpi, si sono formate delle pieghe la cui forma, dimensioni e orientamento non sono costanti nel massiccio del Monte Generoso.

Oltre che da pieghe, la roccia è percorsa da fratture, faglie a clivaggi che rappresentano spaccature con dimensioni e frequenza differenti. Le osservazioni a grande scala mostrano la presenza di due sistemi principali di fratture nella copertura delle Alpi meridionali: il primo con direzione Est-Ovest è rappresentato soprattutto da faglie a componente inversa, mentre il secondo è un sistema trascorrente Nord-Sud. Sopra e accanto ai citati sistemi macroscopici si sono sovrapposti dei clivaggi a scala minore, che costituiscono degli elementi importanti di debolezza nell’ammasso roccioso, orientate secondo direzioni distinte. Analogamente alle pieghe, anche queste strutture si formano quando la roccia viene deformata, ma in presenza di una maggiore rigidità della roccia medesima. Molti esempi sono visibili lungo il corso della Breggia. Nella parte superiore della Valle di Muggio, la Valle Squadrina, la Valle di Erbonne e la Valle Erba Fredda presentano un orientamento Est-Ovest simile fra loro. Questa particolare direzione ha origini nella presenza all’interno del Calcare di Moltrasio di pieghe Est-Ovest a cui si sono sovrapposte fratture con medesima giacitura.

 

L’azione della Breggia - Val della Crotta

 

Una vasta riserva d’acqua: Breggia, carsismo e sorgenti

 

La morfologia del Monte Generoso e della Valle di Muggio è fortemente condizionata dal carsismo superficiale e da quello profondo, che pervade l’intero massiccio calcareo. Esso è responsabile della rapida infiltrazione delle precipitazioni e, nel contempo, della ridotta erosione da parte delle acque superficiali. Le profondità del massiccio racchiudono una grande riserva idrica, ospitata nel vasto e articolato sistema carsico del Monte Generoso. L’acqua, che si infiltra attraverso le doline, gli inghiottiti e le fratture, si accumula e scorre nei condotti carsici, per poi affiorare in corrispondenza delle sorgenti, alcune delle quali coincidono con le principali cavità. I grandi lineamenti strutturali, come la Linea di Lugano, la grande anticlinale, i sovrascorrimenti del Generoso e quello di Mendrisio, nonché l’intaglio della Breggia, delimitano e suddividono in parti variamente interconnesse fra loro questo enorme serbatoio sotterraneo.

La posizione delle sorgenti, situate per lo più lungo il margine Ovest e Sud-Ovest del massiccio calcareo, dipende dalla presenza di barriere naturali: le grandi sorgenti Bossi e Acque Fredde di Rovio e Arogno affiorano presso la Linea di Lugano, mentre la Ca dal Feree sgorga in prossimità del contatto fra le vulcaniti permiane e le rocce carbonatiche. Le esplorazioni subacquee compiute negli ultimi 10 anni hanno mostrato l’esistenza di vasti sistemi in gran parte sommersi, le cui reali dimensioni sono note solo in minima parte. I resti di speleotemi osservati nelle parti allagate della Sorgente Bossi indicano la passata esistenza di zone senz’acqua nelle porzioni attualmente sommerse. Queste indagini confermano pure l’importanza della tettonica nello sviluppo di queste grotte. Talune cavità costituiscono importanti risorgenze temporanee come la Fonte del Castelletto presso Melano, che può superare 1000 l/s di portata in periodi molto piovosi, o la Grotta alla Cava Scerri a Castel San Pietro. Anche le Ove del Generoso, che incidono il versante a Est di Capolago, sono in qualche modo collegate alla presenza di acqua all’interno del massiccio roccioso. Questi corsi d’acqua temporanei si attivano a seguito di intense precipitazioni e sono verosimilmente alimentati da sorgenti carsiche di troppo pieno.

 

Tratto da: Paolo Oppizzi, “Il mondo del fiume e delle rocce”, in Valle di Muggio allo specchio. Paesaggio incantevole, paesaggio mutevole, a cura di Paolo e Silvia Crivelli, MEVM ; Fondazione Ticino Nostro, 2017, pp. 42-71.